Cosa hanno in comune gli innamorati, le rose e i libri? Per scoprirlo bisogna andare in Catalogna dove il 23 aprile si festeggia il patrono, Sant Jordi. Da sempre, pare fin dal Medioevo, in tutta la regione gli uomini portano alle donne un fiore e ricevono in cambio un libro, una consuetudine nata dalla leggenda che vuole il santo (allora solo cavaliere) vincitore su un drago feroce, che mangiava belle ragazze. Oggi si è così diffusa che non sono solo gli innamorati a ricevere il regalo, ma lo si scambia tra famigliari e amici: è diventato un momento unico per celebrare l’amore e la cultura, grazie al quale il giorno di Sant Jordi nel 1996 è stato dichiarato Giornata Internazionale del Libro (nello stesso giorno sono morti Shakespeare e Cervantes). Il 2020 è un anno strano e per la prima volta le strade e le piazze di Barcellona e delle altre città catalane non sono invase di bancarelle piene di volumi e bouquet. La leggenda narra che molti secoli fa un drago terrorizzasse i cittadini di Montblanc, un piccolo paese nel sud della Catalogna. Per evitarne gli attacchi feroci, gli abitanti sacrificavano una bella ragazza ogni giorno, fino a quando toccò alla principessa del regno. Proprio quando stava per essere divorata, apparve il cavaliere Sant Jordi che, accoltellato l’animale, salvò la giovane che amava in segreto. Dal sangue del drago subito nacque un roseto, e l’usanza del regalo alle innamorate; più tardi arrivò lo scambio di libri, facendo riferimento a un poema che la principessa scrisse per il suo salvatore. In realtà la festa catalana del libro si celebrava inizialmente in ottobre e solo dopo, nel 1929, unita alla festa di San Valentino.